Il 2022, oltre alla ripresa, che sembra ormai consolidata, degli spettacoli e la ripresa del mondo della cultura, porterà interessanti novità anche la burocrazia, e per il rapporto con gli enti pubblici.
Facciamo un rapido elenco:
Le aziende e/o i consulenti potranno accedere al portale INPS, dal 1 gennaio, solo tramite SPID o CNS, mentre i privati cittadini potranno accedere anche con il vecchio PIN. In effetti è ancora possibile accedere al portale INPS con il vecchio PIN, ma dobbiamo aspettarci qualcosa di nuovo a breve.
Il portale INPS, specialmente per ciò che riguarda il cassetto previdenziale e le comunicazioni da e per l’Ente, è stato modificato e non è più così immediato e facile come prima.
Ovviamente a fine gennaio è stata pubblicata la circolare con in nuovi minimali per l’anno 2022. Un leggero aumento dopo un anno di non variazione.
Dal 1 gennaio anche i musicisti saranno assoggettati all’INAIL, in una percentuale che varia a seconda dell’aliquota di rischio di ogni singola società o associazione o cooperativa, in relazione al lavoro per lo spettacolo.
Cambia la normativa che regolamenta l’attività artistica dei docenti di conservatorio; nessun panico, potrete continuare a fare arte
Dal 1 gennaio è obbligatoria la comunicazione all’ispettorato del lavoro, tramite mail, delle prestazioni occasionali. Sono escluse, per fortuna, le figure professionali inserite nelle agibilità.
Potranno essere detratte le spese sostenute per la formazione musicale, pubblica e privata, secondo alcuni parametri per gli usufruitori e per gli Enti.
Sono argomenti cui bisogna prestare particolare attenzione, e se volete ulteriori informazioni potete tranquillamente scriverci a info@musicaeservizi.com
Sta per iniziare un nuovo anno dei corsi di IDEE IN NOTE e di IDEE in CORO.
Con mercoledì 1 Settembre, infatti, inizierà l’Anno Scolastico 2021/22.
La situazione pandemica non sembra trovare ancora una soluzione definitiva ma, come abbiamo potuto constatare negli ultimi tempi, il continuare a fare musica, studiarla ed insegnarla, è stato ed è ancora, anche in maniera “alternativa”, un modo per continuare ad essere “vivi”.
Speriamo che la situazione vada in costante miglioramento e che si torni alla normalità, ma abbiamo visto che, se necessario, possiamo adottare alcune soluzioni alternative alla lezione frontale presso le nostre sedi: dalle lezioni a domicilio alla didattica a distanza.
Anche quest’anno avremo due sedi; Ronchi dei Legionari e Monfalcone.
Quest’anno, inoltre, il Corso di educazione alla voce ed alla musica, riservato ai docenti delle scuole pubbliche, è riconosciuto dal MIUR, e questo è un ottimo traguardo che siamo riusciti a raggiungere e di cui andiamo orgogliosi.
Carissimi tutti, dopo aver inserito alcuni post su vari argomenti, abbiamo deciso di iniziare ad inserire sia in questa pagina che sulla nostra pagina Facebook, alcuni audio e, forse, alcuni video di nostre esecuzioni, iniziando con un brano appropriato ai nostri tempi.
Nel 2011 il nostro insegnante Roberto Lizzio pubblicava il CD Stravaganze Organistiche prima e dopo l’unità d’Italia. La raccolta di brani organistici vuole rappresentare la musica che veniva eseguita anche durante la Liturgia. Ai nostri giorni questi brani sembrano tutto tranne musica sacra ma all’epoca era di norma che accompagnassero le celebrazioni liturgiche.
Il CD si apre con una “Sonata per organo a guisa di banda militare che suona una marcia” di Giuseppe Gherardeschi, compositore vissuto a cavallo fra il XVIII ed il XIX secolo.
Nato quasi un secolo prima dell’unità d’Italia, quando stava scomparendo l’arte Barocca per dare spazio al Rococò ed al Classicismo, Gherardeschi fu uno dei primi esponenti di livello della scuola organistica Italiana del Classicismo e del Romanticismo. La sua musica è caratterizzata dalla piacevole melodiosità, unità ad una ricerca dell’imitazione di altri strumenti o organici, come la Banda Militare, sfruttando appieno tutte le capacità timbriche dell’organo italiano.
Perché appropriato ai nostri tempi?
Abbiamo bisogno di gioia, di allegria e questa gioia può arrivare anche da uno degli strumenti più seriosi, più religiosi, del panorama musicale.
Per questo abbiamo il piacere di condividere con voi questa esecuzione, una marcia verso momenti migliori con l’animo gioioso rivolto al futuro.
Proseguiamo con l’articolo di Elisabetta Intinipubblicato sulla rivista Focus (Febbraio 2018)
Non c’è situazione che la canzone giusta non possa accompagnare. La musica sa “caricarci”, consolarci, tenerci allegri. Ma può trovare anche diverse applicazioni scientifiche, perché agisce sulle zone più remote e primitive del cervello. Ecco le più curiose.
Performance sportive. Non è un semplice sottofondo di accompagnamento: la musica può fare la differenza nella buona riuscita di una performance sportiva. Secondo uno studio della Georgia Southern University, aiuta a controllare i livelli di attivazione fisiologica (arousal) prima e dopo la gara, aiuta gli atleti a concentrarsi in vista della performance e crea il giusto spirito di squadra nel corso di essa. Una ricerca della Brunel University (Londra) stima che la musica giusta possa aumentare la resistenza fisica del 15%. E un altro studio britannico del 2005 ha dimostrato che l’ascolto di musica può migliorare del 20% le prestazioni sportive (con una sorta di effetto dopante, ma legale).
Nascite premature. La musica può costituire un dolce sottofondo per i lunghi soggiorni a cui sono costretti i bebè nati prima del termine. Ricercatori canadesi hanno osservato che far ascoltare musica a neonati prematuri aiuta i piccoli a sopportare meglio il dolore e incoraggia migliori abitudini alimentari, favorendo l’aumento di peso. I generi preferiti? La musica classica – spesso Mozart – e suoni che ricordino il battito cardiaco della madre e i rumori ovattati dell’interno dell’utero: questi ultimi favorirebbero il sonno nei piccoli in ospedale.
Piante depresse. Oltre alla crescita dei neonati, la musica incoraggerebbe quella delle piante. Almeno è quello che sostengono alcune teorie raccolte in un volume del 1973, intitolato The Sound of Music and Plants, scritto dalla professoressa universitaria del Colorado Dorothy Retallack. In uno dei suoi esperimenti, Retallack fece ascoltare a due gruppi identici di piante due diversi generi musicali: musica rock e musica lounge di sottofondo. Dopo 2 settimane, le piante che avevano ascoltato musica rock apparivano cresciute, ma curve e con le foglie cupe e ingiallite, lontane dagli altoparlanti. Le piante del secondo gruppo erano cresciute in modo uniforme e apparivano verdi e rigogliose, quasi protese verso la fonte musicale.
Lesioni cerebrali. La musica è un importante strumento di riabilitazione cognitiva per chi ha subito lesioni cerebrali, o affronta le conseguenze di malattie neurodegenerative. L’ascolto della musica preferita può migliorare l’umore e la collaborazione di pazienti colpiti da ictus; stimolazioni ritmiche sonore possono aiutare nel recupero di alcune funzioni linguistiche e sonore. Nei pazienti con Parkinson, servono da coaudiuvanti negli esercizi volti al recupero dell’equilibrio.
Collante (o repellente). La musica funziona da catalizzatore sociale, regalando un’identità comune a molti gruppi di giovani. Questo è noto da tempo, ma forse non tutti sanno che può sortire anche l’effetto opposto: può anche allontanare dai luoghi in cui risuona chi non apprezza quel tipo di melodia. Lo sanno bene alcuni negozi eleganti, biblioteche silenziose e hall degli alberghi che attraverso la musica classica allontanano la clientela indesiderata (per esempio un audience troppo giovane che non sempre gradisce il genere). Quando il cervello ascolta qualcosa che non apprezza, inibisce la produzione di dopamina, un ormone che ci fa sentire appagati. Così, si andrà a cercare altrove melodie che ci facciano stare bene.
Udito. In certi casi, l’ascolto continuativo di musica può prevenire i naturali problemi di perdita dell’udito legati all’età. Uno studio condotto su 163 adulti, metà dei quali musicisti professionisti, ha dimostrato come i cultori di musica riuscissero a processare i suoni meglio dei soggetti di controllo, con una discrepanza che aumenta con l’età. Un musicista 70enne riesce in media a distinguere i suoni in un ambiente rumoroso con la stessa efficacia di un 50enne non musicista.
Cuore a pezzi. E non ci riferiamo alle pene d’amore, ma alle patologie cardiache. È stato dimostrato che una musica rilassante può risultare utile nella convalescenza di pazienti che hanno subito operazioni cardiache o sono reduci da infarto, perché abbassa la pressione sanguigna, riduce il battito cardiaco e aiuta a ridurre l’ansia. Una musica allegra e dinamica, specie se gradita, fa espandere i vasi e intensifica la circolazione del sangue, favorendo la salute del cuore.|
Teenager terribili. Non è solo la melodia di un brano a sortire effetti positivi. Anche il suo contenuto può dare benefici importanti. Uno studio inglese del 2008 ha dimostrato come l’ascolto di brani con un messaggio sociale positivo (come “Heal the World” di Michael Jackson) incoraggi comportamenti collaborativi negli adolescenti (che durante l’esperimento si prestarono più volte a raccogliere una matita lasciata “accidentalmente” cadere dagli sperimentatori). Lo stesso effetto non si ottiene con brani “neutrali”.
Alfabetizzazione. Alcune orchestre organizzate nei luoghi più disagiati del mondo hanno il merito di togliere i ragazzi dalla strada e indirizzarli verso un nuovo obiettivo comune. Ma la musica può agire in un modo ancora più concreto. Uno studio americano del 2009 ha dimostrato che imparare a leggere la musica e riconoscere le note musicali in età scolastica potenzia anche le abilità di lettura generali, contribuendo all’alfabetizzazione.
Promozioni subliminali. Dalle grandi cause sociali passiamo al più concreto mondo degli affari. Si è visto che la musica di sottofondo fatta risuonare in un negozio incoraggia certi tipi di acquisti. Far ascoltare musica francese in un negozio di vini spingerà all’acquisto di bottiglie d’Oltralpe. Far ascoltare musica tedesca, farà fare incetta di vini tedeschi (per quelli italiani ci auguriamo basti il profumo).
Alterazioni del gusto. Restando in tema di vini, la musica può contribuire anche al modo di percepire il sapore di quello che abbiamo nel bicchiere. Anche il vino rosso più economico, assaporato con un brano caldo e profondo di sottofondo, potrà sembrare più corposo del 60%; lo stesso effetto di “priming” (condizionamento) interessa il vino bianco: assaporatelo con una canzone allegra e frizzante nelle orecchie e vi sembrerà più fresco e fruttato.
Riportiamo la prima parte di un altro interessante articolo di Elisabetta Intini pubblicato sulla rivista Focus (Febbraio 2018)
L’analisi dei suoni e della loro organizzazione è la stessa, anche quando un motivetto è solo immaginato (e non udito). La scoperta potrebbe servire per i pazienti con difficoltà nel linguaggio.
Ancora non è chiaro perché ogni tanto le canzoni si insinuino in pianta stabile nella nostra mente. Ora però sappiamo come il cervello le analizza: una nuova ricerca fa luce su cosa accade quando canticchiamo in silenzio una canzone “immaginaria”. I meccanismi di analisi del suono – emerge dallo studio – sono gli stessi impiegati quando la musica viene udita davvero in presa diretta. Un gruppo di ricercatori del Politecnico federale di Losanna (EPFL) in Svizzera, ha usato una tecnica di registrazione dell’attività elettrica cerebrale chiamata elettrocorticografia: la procedura, invasiva, consiste nell’inserire chirurgicamente elettrodi sulla corteccia cerebrale, e permette una localizzazione della sua attività estremamente precisa.
MUSICA VERA E IMMAGINARIA.
La tecnica è anche usata nel trattamento dell’epilessia, per questo per lo studio è stato scelto un paziente epilettico già in cura, pianista esperto. L’uomo è stato invitato a suonare una tastiera elettrica due volte: mentre poteva ascoltare il suono prodotto, e a volume spento, mentre lo canticchiava a mente soltanto.
POCHE DIFFERENZE.
Dal punto di vista neurologico, non sono state rilevate grandi differenze tra le due performance. L’attività della corteccia uditiva durante la musica immaginata, con l’organizzazione del suono tra alte e basse frequenze, è risultata del tutto simile a quella in condizioni di ascolto. L’organizzazione delle informazioni sonore è dunque la stessa.
RISVOLTI CLINICI.
Oltre a spiegare un fenomeno che tutti sperimentiamo quando canticchiamo a mente una canzone, la ricerca potrebbe aiutare quei pazienti che, a causa di lesioni cerebrali, riescono a immaginare quello che vogliono dire, ma hanno problemi a esprimerlo a parole (afasie). L’obiettivo a lungo termine è creare interfacce per poter udire i discorsi “immaginari” anche in assenza di parlato. Non sarà un percorso immediato: a differenza della musica, il linguaggio è un sistema più complesso e non universale, processato dal cervello in più fasi.
Quando è obbligatoria l’agibilità INPS ex-ENPALS ed entro quando va preparata?
L’agibilità è sempre obbligatoria ogniqualvolta vi sia un lavoratore, musicista, presentatore, tecnico, amministrativo, per il quale vanno versati i contributi di lavoratori dello spettacolo.
Spiegando meglio la risposta precedente, quando si prepara uno spettacolo vengono coinvolti dei lavoratori di vario genere; ebbene, tutti coloro che non sono esenti INPS ex-ENPALS, secondo la circolare 02/2008 dell’ENPALS, sono obbligati ad essere iscritti nell’agibilità. Ovviamente chi è esente dovrà produrre un’autocertificazione e se tutti i lavoratori sono esenti ci sarà una dichiarazione generale per cui non viene prodotta l’agibilità.
Se un lavoratore non è esente va “agibilizzato” anche se suona gratuitamente, per cui gli verranno versati i contributi sul minimo giornaliero che di anno in anno viene specificato dall’INPS in un’apposita circolare entro il mese di gennaio.
L’agibilità va inviata all’INPS entro il giorno dello spettacolo/concerto. Non è possibile fare un’agibilità retroattiva.
Nel prossimo appuntamento accenneremo a come eventualmente modificare un’agibilità dopo un concerto.
Se però qualcuno avesse fretta di sapere, oppure avesse bisogno urgentemente di un’agibilità, può tranquillamente contattarci via mail ad info@musicaeservizi.com
Continuiamo a goderci gli spettacoli e riprendiamo ad andare ai concerti, mi raccomando!!!!!
La cosiddetta “demo” è una lezione dimostrativa dove non solo si dà un assaggio di quello che può essere una lezione. Viene spiegato il metodo, il futuro allievo parla delle sue eventuali precedenti esperienze con la musica e durante questo primo incontro si ha anche l’occasione di incontrare l’insegnante e dunque si riceve la prima impressione che si spera sia positiva. Per noi, questo è molto importante perché le lezioni si svolgono prevalentemente individualmente per cui è indispensabile che si crei un a buona atmosfera tra allievo ed insegnante. La “demo” è una prova gratuita prima di decidere se e come proseguire con le lezioni. Le lezioni, in seguito, hanno durata variabile, a scelta, che va dai 30 minuti in su e la cadenza è settimanale.
Le lezioni
Le lezioni seguono un percorso individuale e la parte teorica e inserita nella parte pratica per cui si può dire che si impara suonando. Si impara un po’ alla volta a conoscere lo strumento e la sua costruzione e storia. Durante le lezioni si inizia a studiare insieme all’insegnante i nuovi brani per la settimana seguente ed inoltre c’è un momento di verifica del lavoro svolto a casa durante la settimana.
Durante la settimana gli allievi dovranno esercitarsi, come possono, ma preferibilmente ogni giorno, su brani o esercizi “imbastiti” durante la lezione.
A quanto pare da lunedì prossimo potranno riprendere, con determinati accorgimenti. Gli spettacoli dal vivo; concerti, rappresentazioni teatrali, e altri eventi ricominceranno a far rivivere i teatri, le sale da concerto, i luoghi aperti che potranno ospitarli.
Evviva!!!!
Ripartirà, e questo senza limitazioni, ma con precisione e puntualità, la macchina burocratica; contratti, fatture, permessi, e, soprattutto… l’AGIBILITA’ INPS , ex ENPALS.
Che cosa è l’agibilità INPS?
E’ un documento obbligatorio che certifica la presenza un numero determinato di lavoratori, suddiviso per categoria (concertisti, attori, ballerini, registi, tecnici, etc…) in un determinato luogo, in uno o più giorni precisi, i quali percepiranno un compenso indicato nella stessa agibilità. Tramite questo documento, potranno essere versati, successivamente, i contributi all’INPS per il singoli lavoratori.
Per ottenere un’agibilità di questo tipo, bisogna avere una matricola INPS aziendale in modo da poter scritturare gli artisti ed i vari lavoratori.
Come dicevamo prima l’agibilità è un documento obbligatorio, soli in rari casi, documentati, è possibile non produrla.
Nelle prossime settimane approfondiremo questo argomento
Se però qualcuno avesse fretta di sapere, oppure avesse bisogno urgentemente di un’agibilità, può tranquillamente contattarci via mail ad info@musicaeservizi.com
Proseguiamo gli articoli di Focus riportando questa interessante analisi di Elisabetta Intini, pubblicato sul numero sulla rivista Focus (Febbraio 2018)
Concentra o distrae? Perché ci dà la carica? Uno studio sulle onde cerebrali rivela perché quando facciamo sport, in palestra o all’aperto, è così difficile rinunciare alle cuffie nelle orecchie.
Con il pezzo giusto in sottofondo, è tutta un’altra cosa.
Lo dice la scienza e l’esperienza lo conferma: la giusta playlist in allenamento è capace di cancellare la stanchezza e motivarci come nessun’altra forma legale di doping. Ma il preciso meccanismo d’azione della musica sul cervello durante l’attività fisica non era finora ancora chiaro: isolare gli effetti neurali di una canzone a tutto volume da quelli innescati dal movimento del corpo è infatti particolarmente arduo, e questo fa sì che di rado questi studi siano compiuti fuori dal laboratorio.
Ora un gruppo di ricercatori della Brunel University di Londra ha utilizzato un elettroencefalogramma (EEG) portatile capace di schermare selettivamente alcuni stimoli per monitorare tre diversi tipi di onde cerebrali durante l’esercizio fisico.
Lo studio è stato compiuto mentre 24 volontari camminavano all’aperto, al proprio ritmo ideale e su una pista di 400 metri, ascoltando in cuffia un brano musicale (Happy di Pharrell Williams), un podcast di TED Radio Hours sulle città, oppure nulla.
Gli scienziati hanno valutato con alcuni test il grado di entusiasmo dei camminatori, il loro umore, la concentrazione e lo stato di allerta durante l’esercizio. Il caschetto EEG ha nel frattempo tenuto traccia della frequenza delle onde cerebrali in diverse bande nelle varie aree cerebrali.
UN’INIEZIONE DI POSITIVITÀ.
I risultati indicano che la musica modifica l’andamento delle onde cerebrali causando un calo di concentrazione; ma allo stesso tempo, fa crescere la motivazione e il buon umore del 28% rispetto all’assenza di suoni e del 13% in più rispetto a un podcast parlato.
Ascoltare una talk show non ha alterato le risposte percettive (cioè non ha inciso sul livello di stanchezza), né quelle emotive (non ha influito sulla felicità percepita durante l’esercizio), ma ha reso la camminata più piacevole del semplice silenzio.
L’effetto positivo sull’umore è dovuto, in entrambi casi e in misura più o meno decisa, a un aumento delle frequenze beta (quelle tipiche dello stato di veglia e delle intense attività mentali) nelle regioni frontali e centro frontali della corteccia cerebrale.
La spinta neurale della musica potrebbe essere sfruttata nelle situazioni di poca costanza o riluttanza a compiere attività fisica: con il pezzo giusto arriva anche la motivazione – ma questo lo sospettavamo già.
Forse tra non molto riapriranno timidamente i Teatri e le sale da concerto, e già stanno aumentando i concerti via streaming; finalmente si sta riprendendo ad organizzare i concerti.
Si, ma cosa vuol dire organizzare un concerto?
Cosa significa preparare le pratiche di un concerto?
Impossibile dare una risposta unica; troppe sono le variabili.
Inizieremo un percorso per farvi conoscere l’affascinante mondo della “Burocrazia dello spettacolo”.
Qualche tempo fa sono divenuti di moda romanzi e spettacoli teatrali dove il lettore o lo spettatore, poteva scegliere come proseguire la trama, fra più varianti, fino ad arrivare ad una conclusione.
Ebbene nel mondo dello spettacolo funziona esattamente così; ma a differenza del romanzo o della pièce, non ci si può muovere a piacere, ma bisogna seguire dei percorsi, e scegliere i bivi giusti, per arrivare al corretto risultato finale. Il tutto mentre l’artista si sta preparando per dare nuove indimenticabili emozioni.
Non è facile preparare le pratiche burocratiche che talvolta fanno perdere tempo e pazienza, però è l’unico modo per arrivare al risultato finale e rendere possibile lo spettacolo. E a noi, in fondo, piace questo lavoro; ci piace districarci nei labirinti della burocrazia, scegliendo sempre la strada giusta nei numerosi bivi che incontriamo.
Tra non molto, si spera, riapriranno i teatri e le sale da concerto, ed il caos rischierà di regnare sovrano. Bisognerà farsi trovare tutti pronti per svolgere al meglio ciascuno il proprio dovere. L’unico dato positivo, finora, è che la macchina burocratica non ha introdotto novità pronte a complicare ulteriormente le cose.
Noi di Musica & Servizi siamo pronti a lavorare in prima persona e ad aiutare chi non riesce a farcela da solo, attraverso spunti di studio, consulenze, aggiornamenti, etc.
Sentirete parlare di agibilità, tipologia di lavoratore, inquadramento fiscale, diritti d’autore, contratti…Non preoccupatevi. Occupatevi della Musica, al resto ci pensiamo noi.